Premi fasulli per avvocati – La questione finalmente al CNF

Premi fasulli per avvocati, all'attenzione del CNF
Immagine creata con ChatGPT

I premi fasulli per avvocati rappresentano un problema molto serio: accendiamo i riflettori su questo mercato avvilente. Nel nostro sito non troverete riconoscimenti d’invenzione come “Avvocato dell’anno“, “Studio legale tra i primi 100 in Europa“, badge roboanti e simili.

Attenzione ai titoli immaginari!

Perché non li troverete? Perché i nostri titoli, il dottorato di ricerca, le collaborazioni accademiche, le partecipazioni a convegni internazionali, le docenze in corsi di alta formazione, la curatela di libri per editori giuridici primari, l’ammissione alla lista di esperti in privacy dell’EDPB (l’organismo che riunisce il Garante per la protezione dei dati personali e gli omologhi dell’Unione europea) e molto altro non sono stati acquistati con denaro, ma ottenuti con merito, in concorsi pubblici. Sono forniti da soggetti istituzionali. E sono verificabili.

I nostri potenziali clienti devono tuttavia sapere che esiste invece un mercato di titoli e riconoscimenti falsi, comprati, come appunto “Avvocato dell’anno” e similari.

Sveliamo il meccanismo

Si viene contattati da una qualche società (sono ormai svariate) che propone una cerimonia di premiazione a pagamento, con cena di gala e foto finali su un palco per immortalare la consegna di un riconoscimento.

Oppure viene proposto di comparire in un qualche annuario dei 100, 200, 500 studi legali eccellenti.

Per alcune migliaia di euro – questo è appunto l’affare – ci si potrà poi fregiare di un titolo luccicante da apporre sul sito e sulla corrispondenza professionale.

Un esempio vale più di mille parole, ecco perciò un campione delle proposte che riceviamo e regolarmente ignoriamo:

Riconoscimenti a pagamento

Ma è lecito?

E’ appena il caso di osservare che si tratta, a parere di chi scrive, di modalità ingannevoli per il Cliente, sleali nei confronti dei Colleghi e, in ultima analisi, avvilenti per l’intera categoria.

Da dove viene questo imbarazzante mercato dei titoli a pagamento? Dagli Stati Uniti naturalmente, dove sembra consentito anche l’impossibile, se fa business. Eppure anche Oltreoceano sembra si sia andati troppo oltre. Qui un articolo della Reuters di qualche anno fa:

It’s official: Lawyer awards (at least some of them) are scams”. E’ ufficiale: i premi per avvocati (almeno alcuni di essi) sono truffe.

E in Italia? Da noi gli avvocati, questo forse i Clienti non lo sanno, sono sorvegliatissimi, le iniziative di autocelebrazione possono determinare interessamenti deontologici, eppure il mercato dei premi per denaro si è espanso senza limiti.

Lo abbiamo domandato al Consiglio Nazionale Forense

Per questo, gli avvocati Enrico Pelino, partner del nostro studio legale, Andrea Lisi e Diego Fulco, con il sostegno di numerosi colleghi e di tre Associazioni nazionali, ossia ANORC, ANORC Professioni, e ANF – Associazione Nazionale Forense, hanno formalmente depositato una richiesta argomentata di parere al Consiglio Nazionale Forense sulla liceità del mercato dei premi. Si può leggere qui la richiesta che abbiamo presentato ieri 20 maggio 2025.

Attendiamo le valutazioni della Massima istanza dell’Avvocatura, nel frattempo il suggerimento spassionato a chiunque cerchi assistenza legale è di diffidare di titoli inventati, premi immaginari et similia.

Impressionano, suggeriscono affidamento, sussurrano professionalità, ma un buon avvocato non ne ha bisogno, i titoli li acquisisce studiando, praticando lealmente, misurandosi in competizioni insieme trasparenti e sfidanti.

In altro settore, vi affidereste mai a un medico che si fregia di titoli che ha acquisito dietro cessione di denaro?